Il ballo del Gattopardo.
Giarrusso ex iena, ex M5S, dopo aver negli anni scaricato tutti gli improperi possibili sul Pd, dal corteo di Milano, dietro lo striscione del Pd, da vecchio militante, commenta sdegnato l’adesione dell’ex compagno di partito Giancarlo Cancelleri a Forza Italia, reo a sua volta di avere scaricato negli anni tutti gli improperi possibili al partito di Berlusconi, definendo lui e Dell’Utri “indagati per le stragi del ‘93”. Caterina Chinnici, dopo due legislature nel gruppo socialista europeo, eletta nelle liste del Pd, quatta quatta e senza improperi, sgattaiola nel gruppo popolare europeo, passando per Forza Italia. La stessa che lo scorso luglio
aveva accettato la candidatura alla presidenza della Regione in quota Pd e che aveva anche preteso, che tra i candidati non ci fossero imputati, non condannati con sentenza passata in giudicato, semplici imputati, quindi anche senza alcun grado di giudizio. Adesso Caterina Chinnici aderisce a Forza Italia, che notoriamente ha sempre tenuto in alto la bandiera giustizialista. E infine la solita doppia morale del Pd, mi prendo Giarrusso, adesso bravo e bello, schifo Cancelleri e Chinnici, brutti e cattivi. Il ballo del Gattopardo.
Occhio al gioco delle tre carte sul Pnrr per il Mezzogiorno.
Il ministro Fitto ci dice che su alcuni interventi non riusciremo a rispettare la scadenza del giugno 2026, data ultima concessa dall’Europa per spendere le risorse del piano. Per cui se vogliamo realizzare comunque gli investimenti utilizziamo canali di finanziamento diversi, con scadenze più lunghe. Fondi comunitari e fondi di sviluppo e coesione per l’esattezza. Il problema qual è? Sono risorse destinate alla crescita e a ridurre le diseguaglianze fra zone più ricche e zone più povere del continente: i fondi comunitari dovrebbero essere aggiuntivi e non sostitutivi di interventi che già si realizzano con fondi nazionali, i fondi di sviluppo e coesione hanno un vincolo dell’80% degli investimenti da realizzare al sud, il Pnrr del 40%.
Spero di sbagliarmi, ma temo che alla fine della fiera il Mezzogiorno rischi di finire penalizzato fortemente da questo giochino ad incastro. Ricordate le dichiarazioni del sindaco di Milano, Sala, e del presidente della regione Veneto, Zaia? Le risorse datele a noi. Occhi aperti. (Qui il video del mio intervento alla Camera )
Il cavaliere nero
Matteo Renzi, durante la conferenza stampa di presentazione per l’ingresso del senatore Enrico Borghi in IV, cita Gigi Proietti.
No ai manicomi, si alle risorse per nuove Rems.
Barbara Capovani è stata colpita e uccisa da un paziente che aveva in cura. Era una psichiatra della sanità pubblica, ha speso una vita intera per gli altri, facendo del suo lavoro un servizio per i suoi pazienti, senza mai fare mancare l’umanità.
Fino alla fine l’altruismo di una donna eroica si è manifestato nella scelta di donare gli organi e donare la vita agli altri, un’altra volta.
Abbiamo il dovere di proteggere questi soldati del bene, i luoghi della sanità, i Pronto Soccorso, le corsie, i servizi psichiatrici. Sono troppo spesso luoghi a rischio ed è veramente un drammatico paradosso che a rischiare la vita siano proprio le donne e gli uomini che lavorano per salvarcela.
Ciò che trovo inaccettabile è cavalcare episodi come questi per proporre la riapertura dei manicomi. Esistono le strutture previste, le Rems, sono pochissime e come tutti i luoghi che dovrebbero ospitare le persone con disabilità hanno lunghissime liste d’attesa. Invece di avere nostalgia per i manicomi e magari investire per riaprirli, destiniamo le risorse per realizzare nuove Rems e azzerare così le liste d’attesa.
Zen, rialzarsi e camminare.
Ricordo come fosse ieri quando da sottosegretario all’istruzione visitai la scuola Falcone dello Zen, il giorno dopo che la mensa dei bambini era stata vandalizzata, la cucina saccheggiata, gli infissi divelti, i vetri distrutti, le attrezzature rubate.
Daniela Lo Verde era la preside, presi l’impegno davanti a lei, agli insegnanti, alle mamme, ai bambini del quartiere, che tutto sarebbe tornato al suo posto, che la scuola avrebbe avuto un’altra volta la mensa, che la scuola sarebbe rimasta aperta nel pomeriggio, che il tempo pieno sarebbe tornato una realtà. Così è stato. La mensa l’abbiamo rimessa in attività, quello spazio di vita ha ripreso a pulsare. Daniela Lo Verde è stata arrestata, le accuse sono gravissime, le intercettazioni inquietanti. Sono un garantista, la preside la conoscevo, più volte sono andato a trovarla a scuola e tutte le volte che potevo le davo una mano. L’ho sempre considerata una donna perbene, in gamba. Ricordo ancora quando la misi in relazione con il presidente del Palermo Calcio, il compianto Maurizio Zamparini, un amico a cui chiesi di realizzare alcune strutture sportive per i bambini della scuola, di comprare le attrezzature necessarie. Perché la mensa, la palestra, i campi, le piste di atletica, erano strumenti per tenere i ragazzi in quella “benedetta”, scuola, impegnati, attivi, lontani dai luoghi dell’emarginazione, dai luoghi dell’illegalità. I carabinieri lavoravano con noi, la caserma è a pochi passi, non con le pistole, ma con le parole. E poi le associazioni. E poi, e poi e poi. Sono un garantista e spero con tutto il mio cuore che Daniela Lo Verde riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati, si dice così in questi casi. Ma pensare che il cibo della mensa è il corpo del reato, che le risorse economiche per le attività dei bambini che si svolgevano anche in quei campi, lo erano. Che i carabinieri sono coloro che hanno scoperto ciò che accadeva in quella scuola, sa tanto di paradosso, perfino di beffa. Il boomerang c’è finito addosso, in pieno volto, nella scuola della legalità sembra si rubasse. Nell’oasi dei sogni si praticavano incubi. E le vittime sono sempre lì, indifese, con i volti da bambini ma già adulti per quante ne hanno viste, in pochi anni, in un spazio piccolo della propria vita. Oggi il colpo sembra decisivo, definitivo, oggi sembra si sia messa la parola fine al futuro. E però non ci si può rassegnare, ci tocca rialzarci, un’altra volta.
In bocca al lupo e buon lavoro a Domenico Di Fatta che torna a dirigere l’istituto scolastico Giovanni Falcone.
Family Act, strumento e risorsa per il Paese.
Partiamo da un dato che impensierisce: i neonati in Italia sono sotto i 400 mila. L’indice più basso del tasso di natalità, mai registrato nella nostra Penisola, non è solo un dato ma un allarme per il futuro, per l’impalcatura socio economica. Le misure che questo Governo deve mettere in atto non possono essere contraddittorie rispetto al Family Act, determinato dal pragmatismo della già Ministra Elena Bonetti, strumento utile per il Paese: dai congedi parentali, agli incentivi del lavoro femminile.
Denatalità, prendiamola sul serio.
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