Quando nel dicembre di 3 anni fa con Matteo andammo alla scuola Falcone dello Zen, lei, Daniela Lo Verde, dirigente dell’istituto comprensivo, prese il microfono e fece parlare gli alunni. Diede voce ai suoi 700 studenti in quel miracolo di scuola dedicata a un giudice che ripeteva spesso “gli uomini passano, le idee restano”. Niente di più vero in quel tempio della memoria, in quel motore di idee e di educazione alla legalità incastonato in un quartiere con tanti problemi e con tante occasioni di speranza. Un territorio dove i carabinieri, guidati da una persona speciale, il capitano Davide De Novellis, fanno il doposcuola insieme alle associazioni di volontariato.
Ecco, ieri il Presidente Mattarella ha insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica, lei, Daniela Lo Verde, che neppure il coronavirus ha fermato. Sapeva che non tutti i suoi ragazzi possedevano un tablet, ne ha trovati 100. Sapeva che tanti genitori dei suoi ragazzi erano rimasti senza lavoro, ha lanciato una raccolta fondi per regalare la spesa alimentare a chi era in difficoltà.
Daniela, commossa per quel nome pronunciato da Mattarella, ha detto subito: “Questo riconoscimento è di tutti. Io sono il motore ma non potrei far nulla se non ci fosse con me un’intera comunità”. Perché quel premio è il premio a donne e uomini che nel nome di Falcone allo Zen sanno che con le idee si può cambiare il mondo e soprattutto che la mafia può spezzare un fiore ma non potrà mai impedire la primavera.
E questa primavera, grazie a Daniela, Davide, a tutti gli insegnanti e al personale non docente, si respira. Sì, si respira anche allo Zen.
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